Ricordando: Pietro Bianchi


Biografia e personalità artistica.

Pietro BianchiPietro Bianchi è nato a Pandino, comune in provincia di Cremona, il 2 aprile 1929 e morto a Melzo l' 8 marzo 2012. Autodidatta, sin da ragazzo sente una predisposizione naturale per il disegno figurativo. Purtroppo le necessità; della vita lo costringono ancor giovanetto a guadagnarsi il pane quotidiano, incominciando a lavorare all’ età di tredici anni. Divenuto adulto gode dell’ amicizia di pittori sfortunati e sconosciuti, nel senso che questi pittori sono noti solo ai parenti e agli amici intimi e nessun testo li cita. Pietro Bianchi da questi artisti impara l’amore disinteressato per l’arte, il controllo e il dominio del disegno, l’armonia dei colori. Soprattutto la costanza a seguire l’antica tradizione pittorica sia nella tecnica che nello spirito. Durante il tempo libero continua a dipingere, senza tuttavia partecipare a concorsi ed esposizioni d'arte. Soltanto nel 1974, spinto dagli amici e dai conoscenti, inizia a partecipare a qualche collettiva imponendosi all'attenzione del pubblico.

Scrive Antonio Oberti analizzando le opere del pittore cremonese: Pietro Bianchi e la pittura. Vale a dire la spiccata predilezione per la figura, nel bisogno urgente e insopprimibile di raccontare per giustificare con i fatti la sua minuziosa e lucidissima impostazione, quella che dona forza espressiva a tutti i suoi lavori. E' un sentimento concreto e plausibile che si rivela, oltre che nel dinamismo cromatico intersecato da luci prorompenti, anche nella originalità e dinamicità dei personaggi che affollano i suoi dipinti e nella veridicità delle varie situazioni che via via va creando. E' la sua pittura un modo di essere e di agire meditato e costruttivo, una realtà mantenuta volutamente nel solco di una sana tradizione pittorica. Di un pittore, cioè, particolarmente dotato di sensibilità e di vocazione a misura di uomo e al di fuori di ogni speculazione e di ogni inganno. Intuizione e padronanza del segno e del colore, della luce e delle zone ombrose gli hanno permesso di elaborare nel tempo un suo linguaggio umano e, perché no, divino, dalle impercettibili lievitazioni surreali. Infatti il cromatismo singolare, l'affollarsi sulla tela delle figure composite, la felice simbiosi di valori reali e non, fanno si che l’ aneddotico si trasformi  a volte in emblematico linguaggio, in ,simbolismo vitalistico.

Pietro Bianchi, dunque, si rende ben conto che per riuscire persuasivamente ad esprimere emozioni deve agire con scansioni calibrate ed armoniche, fare in modo che il colore variamente  usato imprima ai dipinti freschezza ed armonia, soprattutto trasmetta messaggi.

"ADORAZIONE DEI MAGI" "ADORAZIONE DEI MAGI"
1986
Olio 50x70 
"RAGNATELA" "RAGNATELA"
1979
Olio 50x70
"TRIONFO DELLA LUCE SULLE TENEBRE" "TRIONFO DELLA LUCE SULLE TENEBRE"
1970
Olio 60x120
"I SETTE VIZI CAPITALI" "I SETTE VIZI CAPITALI"
1965
Olio 50x70

 


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