Melzo, 10 - 18
Novembre 2007
Note di Dario Lodi: Interessante, nella pittura di Pietro Bianchi
instancabile sperimentatore di immagini sulla tela, è la schietta,
immediata, quasi involontaria ironia di cui è permeata. Le sue
figure seguono una sorta di filosofia sottotraccia che le fa
vigili testimonianze di una morale di fondo con cui l’umanità
dovrebbe fare i conti. Bianchi invita con indulgenza, ironizzando,
appunto, sulla volontaria pochezza umana, ad evitare il pericolo
di comportamenti superficiali, in quanto legati ad un materialismo
troppo volgare. Nel contempo si sbizzarrisce in invenzioni
fantastiche che invitano a dare spazio ad un’immaginazione felice,
innamorata perdutamente della vita, di quella che predilige il
sentimento alla ragione, l’idea alla pratica. La sua pittura è
istintiva, ma curata nei passaggi significativi e relativi al modo
di essere dell’artista, un modo sano, sincero, fraterno nei
confronti di tutti e di tutto.
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